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Lo spettacolo

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Sui sentieri per l'Europa

E se Alessandro Magno fosse una prefigurazione dell’Europa? Se avesse cioè anticipato la contraddizione tra brama di conquista e curiosità per l’alterità alla base dell’irrequietezza storica della cosiddetta civiltà europea, da sempre a cavallo tra ansia di conquista, che distrugge, e ansia di conoscenza, che conserva?

Da anni Mattia Cason fa ricerca a partire da questa suggestione, insieme ad Alessandro Conte. La ricerca ha dato come primo risultato lo spettacolo Etiopjke/Le Etiopiche (vincitore del Premio Scenario 2021), un lavoro incentrato sullo sbarco di Alessandro Magno in Asia e sul suo scontro con Memnone di Rodi, un comandante mercenario greco al soldo dei Persiani, immaginato quale antesignano di un’idea nuova e antichissima insieme, quella di un’Europa afroasiatica - idea che Alessandro farà propria solo al termine delle sue avventure.

Lo spettacolo Sui sentieri per l’Europa riprende i temi di fondo di Etiopjke/Le Etiopiche, e in particolare collega la riscoperta delle radici afroasiatiche della civiltà europea con le migrazioni contemporanee, proposte come un’occasione preziosa, per noi Europei, di capire davvero chi siamo.

Il centro drammaturgico di questo nuovo spettacolo è l’incontro di Mattia e Alessandro con Muhammad‘Abd al-Mun’im, un editore, scrittore e poeta di Aleppo costretto ad abbandonare la Siria per le sue opinioni avverse al regime di Bashar al-Assad. L’ultimo romanzo di Muhammad si intitola Ala Durūbi Awrūba / Sui sentieri per l’Europa: racconta della sua fuga dalla Siria e del viaggio fino a Ljubljana, oltre la Turchia, l’Egeo e i Balcani. Insieme alla Sirat al-Iskandar wa mā fihā min al-'Ajā'ib wa ‘l-Gharā’ib / La biografia di Alessandro e ciò che in essa vi è di strano e meraviglioso, un antico testo del XV secolo che narra le avventure (in parte storiche ma per lo più fantastiche) di Alessandro in Africa e Asia, costituisce lo spunto iniziale e dà il via all’intreccio di storie, simbologie ed echi che viene proposto al pubblico in più lingue -  dal friulano all'amarico, dal greco antico al persiano - e attraverso diversi linguaggi - teatro, danza, filmati e letture.

Così l’occhio meravigliato dei tre protagonisti in scena ripercorre le avventure di Alessandro e la storia d’Europa cercando di ri-cor-dare come in origine anch’essa fosse altra, diversa, straniera, così meravigliosamente straniera da assomigliare a chi tutt’oggi varca il mare per raggiungerla. 

Ma non sono solo i protagonisti in scena, a farlo: tutto il pubblico, insieme a loro, si trova a sperare, addirittura a credere che la curiosità, e la meraviglia a seguirla, possano essere un primo passo per portare l’individuo oltre l’identità, la società oltre la nazione e l’Europa oltre se stessa. 

Il corpo danza

Uno spettacolo in cammino, che sperimenta i luoghi del margine e riconosce in loro l’essenza dell’Europa. Uno spettacolo plurilingue, multimediale, che abbraccia e confonde i piani temporali e coinvolge il pubblico e le comunità locali in una riflessione collettiva - danzata, cantata, immaginata - attorno all’idea di Europa.

Pula / Pola
Pula / Pola
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

L’enorme edificio della scuola navale dell’imperiale e regio esercito austro-ungarico, il nome di un sommergibilista jugoslavo che iniziò collezionando libri proibiti in fondo al mare per finire a morire partigiano sulle montagne della Bosnia… serve altro per iniziare un’avventura a cavallo tra realtà ed immaginazione?

Rijeka / Fiume
Rijeka / Fiume
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Presso la foce della fiumara dove alla fine del XIX secolo gli austro-ungarici avevano costruito un porto per il traffico del legname andato poi in disgrazia a causa dell’invenzione di un confine etnico di odio e violenza, oggi rimangono solo due fatiscenti gru montacarichi, qualche gabbiano e un tipo stralunato che farfuglia: “È qui, è qui… è qui che Medea ha rivisto il mare!”

Lipa
Lipa
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Lipa nelle lingue slave sta per tiglio, e il tiglio in molte culture slave ha valenze sacre. Lipa però è anche un villaggio dove il 30 aprile 1944 i nazifascisti massacrarono 287 civili inermi. Oggi rimangono i resti di alcune delle case date alle fiamme e un museo, un museo meraviglioso voluto, realizzato e gestito da persone meravigliose, e la sensazione è che almeno qui il sacro abbia vinto sull’orrore.

Ajdovščina
Ajdovščina
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Si dice che la notte prima della battaglia l’imperatore Teodosio si fosse raccolto in preghiera su queste alture e avesse avuto visioni. Si dice anche che contemporaneamente nella chiesa di Hebdomos a Costantinopoli un demone preannunciasse la sconfitta del paganesimo, ma vista l’impossibilità di ulteriori accertamenti, ci accontentiamo di riportare un pò di Bisanzio sulle rive dello Hubelj.

Topolove / Topolò
Topolove / Topolò
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

La forma del paese abbarbicato sul colle, o che è lo stesso, la forma del colle col paese, e gli altri pendii, e gli altri colli tutt’attorno, ha l’immediatezza di un’intuizione, la forza di una visione. Come se suggerisse la realtà del mondo oltre ogni discorso, ogni retorica, e su tutte oltre la retorica della nazione. Dove siamo? Di qua, di là? Ma che senso hanno qua e là quando il paese si sviluppa altrimenti, verso l’alto a guadagnarsi il sole, la vita, l'amore?

Nova Gorica RIMANDATO AL 02/09/2025
Nova Gorica RIMANDATO AL 02/09/2025
Acque
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Venendo dall’Italia il valico del Rafut è doppiamente straniante: da una parte le sbarre e i casotti delle guardie di frontiera rimandano all’alterità jugoslava dell’altro ieri, così vicina e insieme così sfuggente, dall’altro dai boschi appena dietro spunta un minareto che non si capisce, che rimanda invece ad un’alterità altra, oltre i Balcani, al di là del mare, così lontana nel tempo da averci fatto dimenticare quanto le apparteniamo.

Cividale / Čedad
Cividale / Čedad
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La chiesetta a dire il vero è dedicata a San Pietro e a San Biagio, ma per me fin dall’inizio è sempre stata solo di San Biagio. Se all’inizio pensavo fosse solo uno scherzo della memoria, ora che ho letto che il santo nacque a Sivas, l’antica Sebaste d’Armenia, al posto degli affreschi color pastello vedo all’improvviso la rena e l’indaco delle meraviglie del sultanato ikhanide, ancor più dietro il Matajur pare già Ararat e tutto torna.

Cormons e Visinale del Judrio
Cormons e Visinale del Judrio
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Confini
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Da queste parti è stato ammazzato Guido Pasolini e oggi come ieri le colline diventano pianura senza che ce ne si accorga. “Senza lo Judrio non potrai mai capire il confine orientale” mi aveva avvertito il signor Zoran alzando la testa dalla tazzina, la schiuma del cappuccino fin sotto al naso. Per più di un anno non ho seguito il suo consiglio e in effetti fin qui c’ho capito poco o nulla; ora quindi le aspettative sono alte, ma attorno a me è soltanto un grande, grande silenzio.

Tolmin
Tolmin
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Tradizioni
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A metà strada tra il vecchio castello sul colle voluto dai patriarchi di Aquileia e quello nuovo giù in città dove al conte Coronini andò il pranzo di traverso alla notizia della rivolta contadina del 1713, c’è una bellissima biblioteca tutta bianca attorniata da betulle, nel piazzale una casetta in legno per i libri usati e sulle betulle una casetta in legno per gli uccellini.

Klagenfurt / Celovec
Klagenfurt / Celovec
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Un tempo il Lendkanal collegava il Wörthersee fin dentro il centro città, fino alla piazza del mercato, e si dice che a trasportare mercanzie sulle sue acque vi fossero arrivati perfino alcuni gondolieri veneziani. Ora rimane solo una vecchia chiatta in disuso e una vaga sensazione di nostalgia, non si sa bene se per i veneziani, per gli sloveni di prima del plebiscito, o per gli ebrei prima dell’olocausto. 

Belluno
Belluno
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Bovec
Bovec
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Appena accanto alla piazza, accanto alla strada principale che un tempo collegava Aquileia alle Germanie, c’è ancora una piccola corte tutta richiusa su se stessa, un cortile nascosto come a voler custodire un segreto. Ci puoi mangiare un’ottima zuppa di farro e se capiti in una serata d’estate senza troppi turisti puoi sentire il canto d’amore dell’assiolo.

Cason di Lanza - RIMANDATO AL 31/08/2025
Cason di Lanza - RIMANDATO AL 31/08/2025
Acque
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Straniamenti

Qui nel 1478 tra la Creta di Aip e lo Zuc de la Guardia le truppe ottomane di Skender Pascià si scontrarono con un contingente veneziano lasciando sul campo di battaglia le lance da cui il nome. Skender di cognome faceva Mihajlović, in turco Mihaloǧlu, era il discendente di un governatore bizantino convertitosi all’Islam, e tutto quassù conferma la leggenda.

Čepovan
cep
Čepovan
cep
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"A Čepovan c’è un matto che organizza un festival di spettacoli, letture, musica, sculture in cui per qualche giorno ad est della Bainsizza torna a sventolare la bandiera jugoslava…” così il mio professore di antropologia teatrale all’Accademia Nico Pepe di Udine più di quindici anni fa. E ora che il matto è diventato un caro amico, finalmente a Čepovan ci siamo anche noi. Viva la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia! Viva Anton Špacapan! 

Grado / Gradež
Grado / Gradež
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In antico il nome era ad Aquae Gradatae, e a camminare sui mosaici della basilica di Sant’Eufemia coi motivi a pelte a riprodurre i segni delle onde marine sulla battigia in effetti tutto torna. Tutto a parte il destino della stupenda cattedra vescovile eburnea d’epoca bizantina proveniente da Alessandria d’Egitto che per secoli fu il vanto della città e che i più danno persa per sempre.

Cason di Lanza
Cason di Lanza
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Straniamenti

Qui nel 1478 tra la Creta di Aip e lo Zuc de la Guardia le truppe ottomane di Skender Pascià si scontrarono con un contingente veneziano lasciando sul campo di battaglia le lance da cui il nome. Skender di cognome faceva Mihajlović, in turco Mihaloǧlu, era il discendente di un governatore bizantino convertitosi all’Islam, e tutto quassù conferma la leggenda.

Gorizia
Gorizia
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Gorizia italiana certo, eppure “Villa quae Sclavorum lingua vocatur Goriza” secondo il documento medievale che la cita per la prima volta. E in effetti basta salire su qualsiasi colle qui attorno per capire che è la geografia prima ancora della storia a fare di Gorizia anche Gurize, Gurissa, Gorica,  Görtz. Ed è bello, è tutto bello quassù sul tetto della Transalpina dove con un solo sguardo pare di abbracciare tutta Europa, mare e continente assieme.

Nova Gorica
Nova Gorica
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Gorizia italiana certo, eppure “Villa quae Sclavorum lingua vocatur Goriza” secondo il documento medievale che la cita per la prima volta. E in effetti basta salire su qualsiasi colle qui attorno per capire che è la geografia prima ancora della storia a fare di Gorizia anche Gurize, Gurissa, Gorica,  Görtz. Ed è bello, è tutto bello quassù sul tetto della Transalpina dove con un solo sguardo pare di abbracciare tutta Europa, mare e continente assieme.

Sui sentieri per l'Europa 2024

Nel 2024 lo spettacolo ha raggiunto e ri-scoperto 31 luoghi del margine, incontrando le comunità locali e dialogando con loro di Europa.
Per ripercorrere tutte le date, clicca qui!