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Kaštel / Castelvenere

21 Agosto 2024
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Programma

ore 18:00 esplorazione della media valle della Dragonja a cura di una guida locale; partenza dalla fermata dell'autobus nei pressi dell'indirizzo Dragonja 113, 6333 Sečovlje

ore 20:30 rinfresco organizzato dalla comunità locale nel giardino della casa di Vlasta Svetina - Kaštel 90, 52460 Buje

ore 21:00 inizio spettacolo in un terrazzamento accanto al giardino della casa di Vlasta Svetina 

lingua evento: sloveno

informazioni: +386 30313488

si ringrazia: Vlasta Svetina

Per quanto è dato sapere in principio fu castrum veneris, ma non è chiaro se la specificazione fosse dovuta in antico all’esistenza di un tempio di Venere oppure alla sopravvivenza di un precedente etimo celtico per rupe, ovvero “vena”. Sta di fatto che sul castrum/castello non ci sono dubbi e forse è anche per questo, oltre che per la bellezza del colpo d’occhio sulla valle della Dragonja fin giù sul mare, nonché per le semplici case in pietra e i terrazzamenti abbandonati dagli esuli, che la memoria va subito ad القسطل/al-Qàstal sulla strada per Gerusalemme, dove i crociati costruirono un castello che chiamarono Belveer, e dove durante la Nakba palestinese del 1948-49 il villaggio fu distrutto e tutti gli abitanti espulsi. 

La stessa chiesa di San Sabba, col rimando al santo che nel V secolo fondò l’omonima laura nel deserto di Giuda, poco fuori Betlemme, mantiene viva la suggestione: non vedo l’ora che Muhammad, il protagonista del nostro spettacolo, un signore siriano di origini palestinesi, venga qui, per vedere se anche per lui questo luogo rievochi memorie delle storie che i suoi genitori e nonni gli raccontavano da bambino, nel campo profughi di an-Neirab, nella periferia orientale di Aleppo. 

“È successo due anni fa, a dicembre, quando la Croazia non era ancora Schengen e qui sotto era il confine dell’Europa, confine duro, con recinzioni e filo spinato. Una famiglia curda ha tentato di attraversare il torrente di notte per non essere visti, lassù, più a monte. La Dragonja s’era ingrossata per la pioggia dei giorni precedenti. Erano in cinque, la madre e quattro figli: per primi hanno attraversato il figlio diciottenne col più piccolo di cinque, poi la madre con la bambina di dieci, che era sordomuta. La madre è stata sbilanciata dalla corrente, si è aggrappata ad una roccia ma ha perso la bambina, che è scomparsa nel fiume. Il figlio tredicenne rimasto di qua ha chiamato i soccorsi, ma è stato troppo tardi, hanno ritrovato il cadavere soltanto due giorni dopo.”

Vlasta Svetina è la signora che da allora tiene viva una candela sul ponte nei pressi del luogo della tragedia, lo stesso ponte che quella famiglia non ha mai potuto attraversare, perché non aveva i documenti. “Il colmo è che, dopo quanto successo, i superstiti non sono neanche stati accolti in Slovenia, ma rispediti in un centro immigrazione a Zagabria, dove vivono tuttora”. Oggi la Croazia è diventata Europa, ma che Europa è, se continua a fare la fortezza?