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Pontebba / Pontafel

28 Giugno 2024
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Programma

ore 19:00 esplorazione di Pontebba/Pontafel a cura dello storico Davide Tonazzi; partenza davanti al bar "il Barbe" in Piazza Dante Alighieri 10, 33016 Pontebba

ore 20:30 brindisi al bar "il Barbe"; possibilità di cenare a proprie spese al bar "il Barbe" (per info e prenotazioni: 3801011673) o cena al sacco nel giardino di Lazara Bucarely Gardenas (dietro al bar "il Barbe") 

ore 21:30 inizio spettacolo nel giardino di Lazara Bucarely Gardenas (dietro al bar "il Barbe")

lingua evento: esplorazione in italiano, spettacolo in friulano 

per informazioni: +39 3281547471

si ringrazia: Comune di Pontebba, Associazione "Quello che le montagne restituiscono", bar "il Barbe", Lazara Bucarely Gardenas, Davide Tonazzi 

Pontebba, Pontafel, Ponteibe, Tablja. Se quattro lingue la dicono, tre sono le acque a incontrarvisi, due le confluenze a succedersi, uno il ponte ad unire e dividere insieme. E se è indubbio che qui a farla da protagonista è il torrente Pontebbana, confine per secoli tra Patriarcato di Aquileia e Vescovato di Bamberga, Serenissima Repubblica e Sacro Romano Impero, Regno d'Italia e Impero Austro-Ungarico, a ben guardare, tra i due campanili - uno a punta e l'altro a cipolla, a dichiarare ancor oggi in faccia alla nazione la diversa appartenenza delle due sponde - è nella chiesa di quello a punta, dunque veneziano, che troviamo il Flügelaltar di Heinrich von Villach, tesoro del Rinascimento carinziano; ed è addirittura sul fastoso municipio costruito nell'anno secondo dell'epoca fascista per celebrare l'annessione della riva sinistra al Regno d'Italia, che ben al di sopra del leone di san Marco campeggiano quattro obelischi a rimandare molto più a oriente della Carinzia, via fino all'Egitto, se non ad Axum, a Tiya, all'Etiopia profonda. 

Dal ponte sopra il torrente scorgo il cocuzzolo Scalzer e mi vengono in mente le parole del sedicenne soldato Hans, stiriano del battaglione di fucilieri volontari von Lichem, che da lassù guardava a Pontebba e Pontafel distrutte: "Dopo gli scorsi due giorni di nebbia, il tempo è migliorato ed i monti e le vallate sotto di noi sono illuminate dal sole. Sfrutto la giornata limpida per osservare tutto con il binocolo. (...) Lo spazio tra le due catene montuose nemiche non è occupato da nessuno, è l'«area morta», la terra di nessuno e di tutti." 

A distogliermi dal '15-18 è la signora Lazara Bucarely Gardenas che accorre tutta bardata, occhi profondi da orisha sotto un cappello di lana: «Hola, bienvenido, bienvenido! Madre de dios, que frio... entremos rapido!». Siamo allo storico caffè Alla posta, a due passi dal municipio, ma sembra già altrove, le Alpi come la Sierra Maestra e Arturo Zardini come Camilo Cienfuegos: grazie signora Lazara, grazie mille di darci il permesso per fare lo spettacolo nel suo giardino, ma ancor di più grazie infinite di ricordarmi una volta ancora che inimmaginabile meraviglia sia Europa.