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Bottazzo / Botač

04 Settembre 2024
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Programma

ore 17.30 esplorazione della Val Rosandra a cura di Saimon Ferfolja con partenza dal centro visite della Riserva naturale Val Rosandra (Bagnoli della Rosandra 507 - San Dorligo della Valle TS)
ore 20.00 cena al sacco a proprio carico presso il ponte di Bottazzo
ore 21.00 inizio spettacolo in italiano Sui sentieri per l’Europa presso il ponte di Bottazzo
ore 22.30 Passeggiata di ritorno al Centro Visite accompagnati dalla guida. È necessaria una torcia o una pila.

lingua evento: italiano 

informazioni: +39 3281547471

si ringrazia: comune di San Dorligo della Valle/Dolina, Mitja Lovriha, Jasmina Smotlak, Saimon Ferfolja

La Val Rosandra è una meraviglia sotto tanti punti di vista. 

Dal punto di vista geologico si ha il reciproco sovrapporsi di strati di flysch, ovvero di arenarie, argille e marne formatesi insieme alla formazione delle montagne, con strati di calcare formatisi per sedimentazione di resti organici marini. L’aspetto più interessante è la compresenza addirittura di una duplice asimmetria, tanto sul piano verticale che su quello orizzontale: sul primo infatti la parte alta della valle, dominata dalle arenarie, ha un aspetto che, riprendendo la terminologia del Pospichal, il celebre botanico austroungarico autore de Flora des Oesterreichischen Küstenlandes (1899), definiremmo flemmatico, con morbide  colline coperte uniformemente da boschi di carpini e querce, mentre la parte bassa, dominata dal calcare, ha forme decisamente più drammatiche; sul secondo poi gli strati calcarei a franappoggio, cioè immersi secondo la direzione del pendìo, del versante orografico sinistro dell’ultima parte della valle contrastano con gli strati calcarei a reggipoggio, cioè immersi al contrario rispetto al pendìo, sul versante orografico destro, un fatto questo che dà all’insieme un aspetto di profondo contrasto, quasi di continuo scompenso, coi versanti ad alternare ghiaioni e pareti a strapiombo, su cui poi fenomeni carsici hanno agito formando anfratti, grotte, e picchi, pinnacoli e guglie che paiono sospesi nel vuoto. 

Dal punto di vista biologico, trattandosi di un margine, la valle presenta un alto tasso di biodiversità, con l’incontro tra rappresentanti della flora balcanica (carpino nero, frassino della manna), di quella mediterranea (leccio, terebinto) e anche di quella alpina (daphne alpina, pero corvino), con inoltre diversi apporti endemici, su tutti l’asplenium lepidum e la moehringia tommasinii. La diversità degli ambienti permette poi la compresenza di specie acquatiche presso il torrente, di rupe e di ghiaione sui versanti, e di bosco e/o brughiera sulle alture. 

Infine, dal punto di vista storico, le vicende umane sembrano confermare la natura geologica del luogo, con la valle da sempre via di collegamento tra mare e continente: i beni maggiormente commerciati verso l’interno erano nel Medioevo il sale delle saline di Štramar e in epoca moderna le spezie mediorientali che arrivavano dal porto di Trieste, macinate spesso già in loco nei numerosi mulini presenti lungo il torrente, mentre in direzione opposta le contadine dell’interno scendevano a rifornire la città di latte, pollame, frutta e verdura in una migrazione quotidiana dalla tradizione secolare. 

“Io penso che tutti abbiano diritto a vivere condizioni di vita dignitose e a spostarsi per cercarle, se necessario, per cui per me questa gente è tutta benvenuta. Però sant’Iddio, perché mi devi fregare le angurie che coltivo con fatica, lasciandomi pure l’immondizia giù sul greto del fiume? È lì che m’incazzo, benevolmente s’intende, ma insomma, mi capisci…” Nella calma della sera le parole di Ferruccio di Botazzo mi riportano alla vera ragione del nostro essere qui.