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Purgessimo / Puriessin

12 Luglio 2024
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Programma

ore 17:30 visita guidata alle strutture della guerra fredda del monte Purgessimo a cura della Pro Loco Nediške Doline; partenza dal giardino della casa di Isabella De Crignis e Stefano Sinuello - via dell'Ancona 5, 33043 Purgessimo 

ore 20:30 rinfresco offerto dagli organizzatori nel giardino della casa di Isabella De Crignis e Stefano Sinuello 

ore 21:30 inizio spettacolo nel giardino della casa di Isabella De Crignis e Simone Sinuello

lingua evento: visita guidata in italiano, spettacolo in friulano 

informazioni: +39 3281547471

si ringrazia: Comune di Cividale del Friuli, Pro Loco Nediške Doline/Valli del Natisone, Antonio De Toni, Michela Predan, Isabella de Crignis, Stefano Sinuello

“Queste sono le porte d’Italia: le difenda!”

Così il Generale Zoppi della brigata Salerno al capitano Tassinari della brigata Avellino, pochi giorni dopo la disfatta di Caporetto, nel tentativo tanto glorioso quanto futile di fermare l’avanzata dell’esercito nemico alla soglia di Purgessimo (nemico che tra l’altro aveva potuto tanto solo grazie al tradimento della Russia bolscevica). 

Durante la Seconda guerra mondiale poi un giovane goriziano al nome di Sergio Vescovo sarebbe partito volontario per le Russie probabilmente in cerca di vendetta e qui avrebbe trovato una morte ancora più gloriosa del capitano Tassinari: Di vedetta avanzata, scorti nuclei nemici che tentavano avvicinarsi di sorpresa alle nostre posizioni, li affrontava con estrema decisione. Benché ferito gravemente da una bomba a mano che gli frantumava un braccio, caduto il comandante della squadra, guidava i compagni al contrassalto. Ferito una seconda volta ad un occhio, non desisteva dalla lotta nella quale già il nemico dava segni di stanchezza. Ferito una terza volta da raffica di arma automatica, trovava ancora la forza di trascinarsi contro l’avversario ormai in fuga e di incitare i compagni e non dargli tregua. Morente, si diceva orgoglioso del dovere compiuto. Fulgido esempio di valore e di elevate virtù militari. Ssolonzy - Fiume Don, 19 ottobre 1942

Quando poi, con la guerra fredda, la minaccia bolscevica sarebbe tornata a minacciare Purgessimo e l’Italia tutta, si pensò di costruire un bunker lì dove tutti, dai Celti ai Romani, dagli Ostrogoti ai Longobardi ai patriarchi tedeschi avevano eretto un forte, e poco distante dal bunker si costruì una caserma, caserma dedicata proprio alla medaglia d’oro all’onor militare di Sergio Vescovo.

Quando infine ad accadere non fu la tanto temuta invasione sovietica ma il collasso della Jugoslavia multietnica, la caserma, ormai in disuso, prese ad ospitare profughi d’oltre confine e per un attimo parve come che la soglia di Purgessimo, da confine fortificato, potesse diventare qualcosa di diverso, di altro. Ma una volta passati i profughi jugoslavi, e dopo di loro altri profughi da paesi ancora più lontani a percorrere la millenaria rotta dei Balcani, le voci a reclamare nuove recinzioni, controlli più serrati, respingimenti più veloci sono purtroppo ancora dure a morire. Unica nota positiva il fatto che la ex caserma Sergio Vescovo, ormai quasi completamente fagocitata dalla vegetazione, sembra davvero destinata a scomparire, a diventare nuovamente, finalmente, semplicemente terra, e per dirla con le parole di un altro goriziano, ad abbandonare una volta per tutte la retorica lasciando spazio soltanto alla persuasione dell’erba, degli alberi e  dell’acqua che scorre.