Salta al contenuto principale

Cimitero Ebraico di Valdirose

04 Agosto 2024
Acque
Confini
Conflitti
Tradizioni
Straniamenti

Programma

ore 18:00  visita guidata alla Gorizia ebraica a cura di Lorenzo Drascek; partenza dalla sinagoga di Gorizia - via Graziadio Isaia Ascoli 19, 34170 Gorizia - e arrivo al cimitero ebraico di Valdirose di Nova Gorica - Vipavska cesta 16b, 5000 Nova Gorica

ore 19:00 incontro "Le Gorizie dell'altro ieri" con Hans Kitzmüller, Renato Podbersič e Giustina Selvelli nel cortile dell'ex camera mortuaria del cimitero ebraico di Valdirose - Vipavska cesta 16b, 5000 Nova Gorica

ore 20:30 rinfresco a cura degli organizzatori nel cortile dell'ex camera mortuaria del cimitero ebraico 

ore 21:30 inizio spettacolo nel cortile dell'ex camera mortuaria del cimitero ebraico 

lingua evento: sloveno

informazioni: +386 30313488

si ringrazia: Krajevna skupnost Rožna Dolina, Lorenzo Drascek, Hans Kitzmüller, Renato Podbersič, Giustina Selvelli

La prima volta è stata per caso, e l’incontro ha preso fin da subito i tratti della visione: era primavera, era il tramonto, e la luce dorata a scendere in obliquo sull’erba e sui prati esaltava il contrasto delle stele grigio-nere corrose dai muschi col verde acceso sullo sfondo. Ricordo che arrivai con la Cinelli rossa dei miei vent’anni, che la lasciai appoggiata al muretto di cinta e che entrai nel cimitero col passo scemo del ciclista appena sceso di di sella. Ricordo che non sapevo leggere l’ebraico e che quando mi trovai di fronte alla tomba di Carlo Michelstaedter avrei voluto dire qualcosa di importante ma non mi venne nessuna idea particolare e alla fine non dissi niente. 

La comunità ebraica di Gorizia è attestata fin dal XVI secolo, ma sicuramente la presenza di ebrei in città è di molto anteriore, fin almeno da epoca medioevale. Nel 1698 l’imperatore Leopoldo I costrinse gli ebrei goriziani a vivere in un ghetto nella contrada periferica di San Giovanni, dove essi già possedevano un cimitero. Per questa ragione la comunità decise di spostare il campo santo una prima volta alla fine del XVII secolo dalla zona del ghetto alle terre di là del torrente Corno lungo la strada per la Carinzia, e una seconda volta alla fine del XIX secolo sulle rive del torrente Vrtojbica lungo la strada per Vienna, nella sua posizione attuale. 

Poi nel 1947 (stesso anno in cui Cino Cinelli fondò l’omonima ditta di telai per biciclette) il nuovo confine fu tracciato sul terreno con pennellate di vernice bianca, e mentre il ghetto con la sinagoga rimaneva in Italia, il cimitero si ritrovò in Jugoslavia. La cosa allora non destò alcuno scalpore perché nel frattempo la comunità ebraica goriziana era stata completamente annichilita nei forni crematori di Auschwitz, ma oggi a pensare ai millenni di presenza ebraica, semita, afroasiatica in Europa spazzati via in pochi anni, alla soluzione nazionale data a una catastrofe, a una shoà, causata propria dal culto della nazione, essere qui al cimitero di Rožna Dolina in questo trambusto di rotonde, sopraelevate, pompe di benzina e Casinò Royal fa davvero impressione. 

E d’improvviso mi arriva un altro ricordo, quello di un corvo nero enorme appollaiato su una lamiera arrugginita che gracchia come un demonio tra le tombe del cimitero musulmano a picco sulla scogliera appena a sud di Giaffa.

 

Incontro “Le Gorizie dell'altro ieri”

HANS KITZMÜLLER Germanista, traduttore e scrittore, ha pubblicato uno studio su Christine Lavant (Braitan, 1996) e uno su Peter Handke (Bollati Boringhieri, 2001). Alla Gorizia austriaca ha dedicato numerose ricerche, (su tutte Görz 1500-1915, Carinthia, 1995). Ha tradotto in italiano Canto alla durata (Einaudi, 1995) e altri testi di Handke e in tedesco dal friulano I Turcs dal Friûl di P.P. Pasolini.

RENATO PODBERSIČ Storico, lavora come ricercatore presso il Študijski Center za Narodno Spravl di Ljubljana. Da sempre interessato all’ebraismo, è tra gli autori della mostra Ebrei a Gorizia recentemente trasferita dal Centro per i Beni Culturali Ebraici di Maribor all’ex camera mortuaria del cimitero ebraico di Rožna Dolina.

GIUSTINA SELVELLI Antropologa e attivista, è ricercatrice al Dipartimento di Sociologia dell'Università di Lubiana, dove si occupa di minoranze etniche, ecologia e nazionalismo nello spazio del Sudest europeo. È autrice di una trentina di articoli accademici, due monografie in inglese sulla diversità culturale nei Balcani, e del libro Capire il confine (2024) pubblicato da Bottega Errante Edizioni. Collabora con l’associazione Meridiano 13 per la quale scrive articoli di divulgazione.

ANTON ŠPACAPAN VONČINA Illustratore, scultore, performer del riciclo e scenografo. Pubblica su riviste, copertine, dischi, libri. Ha lavorato alla scenografia per innumerevoli cortometraggi e film, tra i quali Zoran, il mio nipote scemoDrevoBabylon SistersMenocchioL’uomo selvaticoL’uomo senza colpa, Fiume o morte!. È tra i fondatori del festival internazionale Če povem 83. Nel 2022 con Francesco Tomada ha pubblicato Il figlio della lupa (Bottega Errante Edizioni).