Ambulanta E preko 4G
Programma
ore 19:30 visita guidata all'ospedale partigiano Ambulanta E preko 4G; partenza dalla sede della comunità agraria di Konjska Dolina - Planina Konjska Dolina, 4267 Srenja vas v Bohinju
ore 20:30 rinfresco offerto dagli organizzatori presso la sede della comunità agraria
ore 21:30 inizio spettacolo presso la sede della comunità agraria
lingua evento: sloveno
informazioni: +39 3281547471
si ringrazia: Zveza borcev za vrednote narodno osvobodilnega boja - krajevna organizacija Bohinj, Agrarna skupnost Bohinjska Češnjica Jereka Podjelje Koprivnik
Ambulanta E preko 4G. Sicuramente i partigiani gli avranno dato questo nome per un motivo ben preciso, ma preferisco non saperlo, preferisco tenermelo in mente così, come un’enigma irrisolvibile, un mistero inspiegabile, una magica successione di suoni ad evocare immediatamente segretezza, rischio, avventura. E però quell’ambulanta all’inizio, quell’ambulanta dal latino ambulare “andare, procedere, camminare”, pare schiudere già da solo ben più di uno spiraglio di senso, pare dire tutto e subito.
Perché nei due anni e mezzo in cui è stato attivo, dall’inizio del 1943 alla primavera del 1945, per non essere scoperto l’ospedale Ambulanta E preko 4G è dovuto essere stato spostato innumerevoli volte: da Vršič a Pokrovec, da Pokrovec a Javornica, da Javornica alla Konjska Dolina, su e giù per le creste calcaree dell’altipiano di Pokljuka, tra foreste, e pascoli, e foreste, diventando all’occorrenza prato, tenda, ricovero per animali, baracca di legno. E gli spostamenti dell’ospedale sembrano quasi aver seguito quelli secolari dei pastori, a spostare gli armenti dai fondovalle ai pascoli intermedi e infine a quelli più alti sotto i contrafforti del gruppo del Triglav.
Oggi ne rimane l’ultima versione, una costruzione interamente in legno di due stanze da cinque letti a castello per dieci posti letto ciascuna, con un piccolo atrio alle cui pareti Miloš Kermavner, figlio del partigiano e paziente dell’Ambulanta E Alojz Kermavner, è ora intento ad attaccare con una graffettatrice dei fogli plastificati con delle informazioni e delle foto aggiuntive rispetto a quelle che ci sono già. Per colpa del mio sloveno incerto non mi fido a fargli le domande che vorrei, e mi limito a riconoscere i nomi di alcuni dei protagonisti dell’Ambulanta E raffigurati in fotografia: il delegato politico Sergej, i dottori Matjaž e Borut, la cuoca Alenka, l’infermiera Rosvita. “Rosvita è ancora viva, ha 97 anni, è in casa di riposo qui sotto a Srednja Vas” mi confida.
Quando prendiamo a ridiscendere il colle per andare a trovare Rosvita, osservo come Miloš si prenda cura della giornalista Vlasta Felc affinché non scivoli sul sentiero ghiacciato. Le sta appresso da dietro saltellando da un lato all’altro del sentiero a seconda del cambio del lato esposto, muovendo le braccia come a prepararsi a risospingerla in dentro in caso di caduta. I suoi movimenti sono tanto frenetici quanto inutili e a vederlo da fuori questo contrasto assume qualcosa di commovente, di poetico: per un attimo Ambulanta E sembra davvero ancora vivo, qui, ora, mentre prende a far freddo e attorno a noi è un bosco fittissimo di alberi e neve.