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Hrušica / Ad Pirum

26 Luglio 2024
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Programma

ore 19:00 visita guidata al sito archeologico di Ad Pirum a cura del Narodni Muzej Slovenije; partenza dalla Gostilna Stara Pošta - Podkraj 100, 5273 Col

ore 20:30 possibilità di cenare a proprie spese alla Gostilna Stara Pošta (prenotazione obbligatoria: +386 (0)53668444) o cena al sacco presso la Gostilna Stara Pošta

ore 21:30 inizio spettacolo presso la Gostilna Stara Pošta 

lingua evento: sloveno (chi non parla sloveno è comunque benvenuta/o!)

informazioni: +386 30313488

si ringrazia: Narodni Muzej Slovenije, Gostilna Stara Pošta, Vesna Tratnik, Gorazd Gros

Molto prima, e in un certo senso molto più a ragione del Vallo Alpino del Littorio, i Claustra Alpium Iuliarium, una serie di fortificazioni costruite dai Romani a partire dal tardo III secolo d.C. a difesa delle vie d’accesso alla penisola italiana da nordest. Come ben dimostrato dallo studio di Michaël Vannesse, archeologo dell’Université libre de Bruxelles, più che un vero e proprio sistema difensivo coerente si trattò di diverse opere di difesa costruite su un arco temporale di più di un secolo che funzionarono spesso in momenti diversi per esigenze diverse e non sempre in maniera coordinata. Sta di fatto che qui al passo di Hrušica rimangono i resti di una fortezza possente, con mura che dovevano essere spesse fino a due metri ed alte sette, con sette torri di guardia e una guarnigione di cinquecento soldati in pianta stabile, con la possibilità di ospitarne anche di più, in caso di necessità. I Romani la chiamarono Ad Pirum (probabilmente in riferimento non al frutto quanto a πυρά, greco per fuoco di segnalazione) ma la chiamarono anche in un altro modo, sublime nella sua semplicità: In Alpe Julia. 

“I Romani la costruirono qui perché qui passava la via più breve tra Aquileia ed Emona (oggi Ljubljana), una variante della via Gemina che vedeva anche il passaggio della millenaria via dell’Ambra” mi dice Vesna Tratnik, archeologa del Museo Nazionale Sloveno e nativa di queste zone, mentre passeggiamo tra le rovine. “L’aspetto più interessante di questo forte, nonché di tutto il sistema dei Claustra, è che tanto quanto furono protagonisti in diversi conflitti civili, su tutti quello tra Teodosio e Flavio Eugenio, risoltosi a favore del primo proprio qui sotto, durante la battaglia del fiume Frigido del 394 d.C., così non lo furono per lo scopo per il quale erano stati costruiti, ovvero la difesa della penisola dalle invasioni barbariche: qui passarono tanto Alarico quanto Attila senza incontrare alcuna resistenza.” 

La nebbia s’addensa, i boschi d’intorno si fanno ancora più tetri tra questi colli remoti, solitari ed aspri, tra questi misteriosi monti della bora. D’un tratto Vesna raccoglie dei fiori e me li mostra: “Li conosci? Qui li chiamiamo spominčice, un nome che ha che fare con la memoria, con ciò che dev’essere ricordato". E d’un tratto mi pare che sia la fortezza stessa a parlare, e che il nome giusto questa volta sia quello romanzo, quel nontiscordardimé che tra queste nebbie pare un monito a tutti coloro che ancora si ostinano a costruire muri.